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26/05/2016
Un “social compact” europeo per gli investimenti ad impatto sociale. La proposta di Federcasse
Un appello al Governo italiano ed alle autorità europee perché, accanto al “fiscal” ed al “migrant compact”, possa essere definito anche un “social compact”- ossia un accordo stabile che impegni gli stati membri ad adottare politiche di sostegno per investimenti ad impatto sociale - è la proposta lanciata da Federcasse lo scorso 24 maggio a Roma, in occasione della presentazione della nuova piattaforma della Associazione “Social Impact Agenda per l’Italia” di cui il Credito Cooperativo è uno dei soci fondatori. (http://www.socialimpactagenda.it/ ).

L’Associazione – presieduta da Giovanna Melandri, che è anche presidente di Human Foundation - è nata nel gennaio scorso per raccogliere e continuare l’esperienza dell’Advisory Board italiano della Social Impact Investment Taskforce. La taskforce, promossa durante la Presidenza britannica del G8 nel 2013, ha avuto il compito di portare alla attenzione, nelle agende dei Paesi membri, il tema innovativo degli investimenti (di carattere finanziario) ad impatto sociale, ossia investimenti che contribuiscano attivamente al miglioramento della qualità della vita delle persone, alla tutela dell’ambiente, alla riduzione delle disuguaglianze e che per questo – inevitabilmente – si confrontano con le grandi trasformazioni della nostra epoca (in primo luogo con il tema delle migrazioni e della sempre più ampia forbice tra nord e sud del mondo).
L’Advisory Board italiano, per due anni (dal 2013 al 2015) ha incentivato il dialogo e lo scambio di esperienze e competenze tra oltre 100 esperti del settore e ha visto enti del Terzo Settore, imprese sociali, investitori, centri di ricerca, pubblica amministrazione e istituzioni finanziarie – tra le quali in primo luogo Federcasse - confrontarsi sul ruolo e sulle potenzialità degli investimenti ad impatto sociale nella prospettiva dell’innovazione e delle radicali trasformazioni che interessano il nostro Paese.
Da questo lavoro comune è poi scaturito il report “La finanza che include”, che contiene 40 raccomandazioni operative rivolte al nostro Paese, con l’obiettivo di contribuire al rafforzamento di un ecosistema capace di favorire la crescita dell’imprenditorialità sociale e di nuovi strumenti finanziari, generando valore per le comunità.
L’evento di Roma, cui per Federcasse ha partecipato il direttore generale Sergio Gatti, ha visto confrontarsi sulle prospettive della finanza ad impatto sociale nel nostro Paese ed in una dimensione internazionale il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti; i due vicepresidenti di Social Impact Agenda Stefano Granata (Gruppo CGM) e Massimo Lapucci (segretario Generale di Fondazione Sviluppo e Crescita di CRT) nonché alcuni tra i principali esponenti del terzo settore e degli organismi che hanno contribuito alla nascita della Associazione.
Tema centrale resta quello della “misurabilità” della efficacia degli strumenti finanziari ad impatto sociale, che possono non generale un rendimento monetario per l’investitore (il che non vuol dire che questo non si possa verificare), ma determinare vantaggi collettivi che, a cascata, possono generano benefici per le collettività e quindi un miglioramento complessivo della qualità della vita. Caso di scuola, presentato a Roma, quello del sostegno a progetti – in paesi in via di sviluppo da parte di organismi specializzati, come anche promossi dalla nuova Agenzia per la Cooperazione Italiana allo Sviluppo – che favoriscono l’autosufficienza agricola/idrica delle piccole comunità e possono rivelarsi un antidoto efficace alla necessità di emigrare o all’innesco di conflitti locali, con benefici di lungo termine facilmente immaginabili.
Particolare interesse, in questo senso, anche l’esperienza del progetto “Microfinanza Campesina” del Credito Cooperativo, ricordato da Federcasse, che unisce l’aspetto finanziario a quello formativo, normativo e distributivo (di prodotti inseriti nel circuito del commercio equo e solidale) rivelandosi un caso di scuola perché “integrato” e non circoscritto al solo aspetto finanziario (http://www.ecuador.bcc.it/) .